Scandalo reddito di cittadinanza: arresti e confische a Napoli

Sei persone sono state oggetto di un’operazione giudiziaria condotta oggi dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, su incarico del Procuratore della Repubblica. L’azione è stata compiuta in seguito a un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Seconda Sezione – Reati contro la P.A. Le sei persone sono state coinvolte in una serie di reati, tra cui associazione per delinquere, truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche, usura, estorsione, abusiva attività finanziaria e autoriciclaggio.

Le indagini sono partite da controlli su cittadini stranieri che, privi di legami lavorativi o assistenziali con l’INPS, richiedevano il codice fiscale poco prima di chiedere il reddito di cittadinanza. Una volta ottenuto il beneficio, utilizzavano carte Postepay RdC per acquisti significativi presso lo stesso esercizio commerciale, talvolta nello stesso giorno e a orari ravvicinati. È emerso che tale esercizio commerciale, situato a Napoli, faceva parte di una consorteria criminale che consentiva a un vasto numero di individui di eludere le restrizioni sull’uso corretto del reddito di cittadinanza. Questo avveniva attraverso acquisti simulati di prodotti alimentari seguiti dalla restituzione in contanti di una parte del denaro pagato, con una percentuale trattenuta dai titolari delle attività. Fatture false emesse da una società senza reale attività venivano utilizzate per giustificare il volume anomalo delle vendite.

Le indagini hanno anche rivelato un’indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte di 285 cittadini extracomunitari, che avrebbero dichiarato falsamente di risiedere in Italia da almeno dieci anni. Questo gruppo criminale, ha operato illegalmente  concedendo prestiti con tassi d’interesse usurai a 15 persone in difficoltà finanziaria, anche minacciando e commettendo violenze nei confronti dei debitori in caso di mancato pagamento. Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati appunti, denaro contante per circa 92 mila euro, assegni bancari e titoli per un totale di circa 158 mila euro.

Come conseguenza di queste attività illecite, quattro persone sono state tradotto in carcere e due sono state sottoposte agli arresti domiciliari. Inoltre, sono stati confiscati beni mobili e immobili per circa 90 mila euro. In precedenza, durante le indagini, erano già stati sequestrati l’intero capitale sociale e il complesso aziendale delle società coinvolte.

È importante sottolineare che il provvedimento eseguito oggi è una misura cautelare disposta durante le indagini preliminari, contro cui è possibile appellarsi. I destinatari della misura sono persone coinvolte nelle indagini e, pertanto, sono considerate presunte innocenti fino a prova contraria.

Giuseppe Giardullo

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